Emozione

Oramai è assodato e riconosciuto da tutti che le emozioni giocano un ruolo rilevante nella pratica sportiva sia da un punto di vista del compito (giocare bene) sia da un punto di vista del risultato. Facendo riferimento al tennis ,possiamo dire che questo sport non è solo produzione di colpi, meccanica, scatti e tecnica. Il tennis è un gioco dove costantemente e regolarmente bisogna far fronte a situazioni di pressione. La ricerca ha dimostrato che la gestione delle emozioni è una delle caratteristiche che hanno i top player. La differenza tra i top e i migliori giocatori al mondo sta proprio nel saper giocare al meglio , (gestione migliore delle emozioni) ,i punti importanti e le occasioni che l’avversario ti mette a disposizione. Non solo la ricerca ma anche l’esperienza personale di chi gioca a tennis porta a comprendere come le emozioni possano agire sia in termini positivi che in termini negativi. Ecco alcune citazioni che si possono sentire sui campi da tennis al termine di una partita. “Mi piace sentire l’adrenalina che scorre. E’ quando gioco il mio  miglior tennis”.  “Giocando un tennis aggressivo mi sento come l’animale che sta inseguendo la sua preda”. “A volte, nelle partite importanti mi sento nervoso, bloccato, non riesco a respirare, e sono preda dalla paura di sbagliare”. “Quando penso che ho contro una chiamata sbagliata mi sento sconvolto”. ” Dopo aver fatto un errore che per me è incomprensibile ho l’impulso di spaccare la racchetta,e a volte lo faccio”. “Ero talmente preoccupato di perdere questa partita, che alla fine l’ho persa veramente”. L’ansia è uno stato emozionale che si manifesta nell’atleta sia a livello fisiologico,che comportamentale che cognitivo.  A livello fisiologico le reazioni più facilmente riscontrabili sono: palpitazioni cardiache, respiro affannoso, apnea, tensione e tremori muscolari, freddo e sudorazione eccessiva, dolori allo stomaco, nausea, vomito bocca secca. Ogni atleta può avere reazioni diverse che dipendono dalla sua storia personale e dalle caratteristiche della sua personalità. A livello di comportamento osservabile l’atleta può manifestare comportamenti di FUGA  quali riscaldarsi senza impegno,lamentandosi  di problemi fisico o della forza dell’avversario o comportamenti di IMMOBILITA’, quali rimanere quasi paralizzato , rigiditàmuscolare.A livello cognitivo l’atleta manifesta confusione, insicurezza, difficoltà a concentrarsi difficoltà a prendere decisioni ricordi negativi, preoccupazioni  e incapacità a seguire una strategia coerente con la situazione. Come detto in precedenza le manifestazioni somatiche dell’ansia a volte anche elevate possono essere di aiuto all’atleta che in queste condizioni forniscono prestazione di alto livello. Quindi il mito che bisogna combattere l’ansia ed eliminarla va accantonato. Non è l’ansia in sé che blocca l’atleta, ma come si reagisce ad essa. Se appena si percepisce  un battito cardiaco l’atleta inizia a preoccuparsi di star male , che non ce la farà di sicuro ecc e si attacca a questi pensieri è evidente che la prestazione sarà insufficiente. Al contrario se si interpreta questi segnali come energia  positiva, questo può agevolare la prestazione sportiva. Oltre a ciò la ricerca ha dimostrato come esiste una relazione tra prestazione e stato di attivazione-arousal. Questa relazione è a forma di una U rovesciata. All’aumentare dell’arousal vi è un progressivo incremento nella prestazione sino ad un punto ottimale, oltre il quale ulteriori aumenti dell’arousal producono un un graduale scadimento della prestazione. In termini generali per stabilire il grado ottimale di attivazione vanno esaminate le caratteristiche del compito (sport) che delle caratteristiche individuali. In generala attività complesse necessitano di attivazioni basse, mentre attività semplici non sono ostacolate da livelli alti di arousal. Per l’atleta il primo passo da fare è riconoscere il grado soggettivo di attivazione ottimale associato alla massima prestazione e le sue fluttuazioni durante la prestazione stessa.Un’accurata autovalutazione dello stato di eccitazione ci fa scoprire quando giochiamo al nostro meglio. Quindi durante la competizione ritornare al livello di eccitazione ottimale o con tecniche rilassanti o con tecniche attivanti. Le tecniche di rilassamento più usate sono: controllo del respiro, rilassamento progressivo di jacobson, training autogeno,midfulness, visualizzazioni. Le tecniche di eccitazione sono: respirazione corta. movimenti piedi e corpo.