Definizione e importanza.

Il mental training sportivo è un allenamento ,mediante tecniche e strategie, per aiutare gli atleti, professionisti o non professionisti ad acquisire e a mettere  in pratica abilità mentali utili al miglioramento delle prestazioni sia in allenamento che in gara. Significa aiutare l’atleta a crescere e migliorare e  a dare il meglio di sé ,aumentando le sue probabilità di successo, durante tutta la sua vita atletica. Pur essendo riconosciuta l’importante relazione fra stati mentali e prestazione, per molto tempo il mental training venne trascurato per mancanza di conoscenze specifiche , o per l’erronea convinzione che le abilità mentali fossero innate. Nel corso degli anni i risultati della ricerca hanno cambiato la situazione: si è riconosciuto che le abilità mentali, al pari di quelle motorie, possono essere apprese, sviluppate e perfezionate attraverso procedure e programmi di  allenamento. Oltre a ciò l’importanza degli aspetti mentali nell’attività sportiva è stata da sempre riconosciuta sia da atleti che da allenatori. D’altronde il constatare che in gara alcuni atleti sono in grado di ottenere risultati migliori rispetto ad altri dotati di maggior talento fisico o tecnico suscita interesse e sorpresa , come del resto la realizzazione di performance straordinarie. Più è alto il livello di abilità richiesto e maggiore importanza assumono gli aspetti mentali. Mark Spitz , dopo aver vinto sette medaglie d’oro alle olimpiadi di Montreal affermò che :” a questo livello la differenza tra vincere e perdere è al 99% mentale. Nel noto libro Golf My Way ,Jack Nicklaus affermò che la preparazione mentale è l’elemento critico nella peak performance. Per non parlare di tutti i tennisti a partire da Rod Laver, da Borg a Connors  a Mc Enroe per poi passare a Sampras, Agassi  e per finire a Federer ,Nadal e Djokovic  che in tutte le interviste affermano con assoluta certezza dell’importanza degli aspetti mentali per il raggiungimento del successo. Rafael Nadal  afferma: “Il tennis, più degli altri sport, è un gioco della mente. Il tennista che riesce a provare sensazioni positive per la maggior parte del tempo, quello capace di isolarsi meglio dalle proprie paure e dagli sbalzi di umore che un match importante inevitabilmente comporta, alla fine trionferà come numero uno del mondo.” (Nadal R., Carlin J., 2011. Rafa la mia storia).                                                       Roger Federer,  intervistato dice: “…una delle chiavi del mio rendimento è l’aver introdotto nella mia normale attività di allenamento un programma di mental imagery. Visualizzo me stesso mentre raggiungo la vittoria utilizzando immagini vivide, emozionali e potenti che rappresentano ogni azione della mia partita…. Rinforzo queste immagini positive con la visualizzazione di vittorie del passato, ritrovando le sensazioni che avevo provato in quelle occasioni.”

Marat Safin, ex tennista russo vincitore di due grande slam: “Il tennis non è solo buttare la palla dall’altra parte della rete, servire e fare volè, è molto più di ciò, devi usare la tua testa.”

Novak Djokovic (2011), alla domanda se la chiave di volta al successo tra il 2010 e il 2011 non fosse mentale ha risposto: “Sì, direi che si tratta probabilmente della stabilità mentale che ho adesso. Non ne avevo molta un anno e mezzo, due anni fa. Le emozioni sono dappertutto, ma sento che posso rientrare nella partita più velocemente e facilmente di quanto facessi prima.” (www.asapsports.com/show_interview.php?id=70126).

Connors: ” Io penso che il 95% del tennis sia mentale”.

Oltre alle dichiarazione dei vari atleti ,si può evidenziare l’importanza degli aspetti mentali dalle loro storie personali. Sia Borg che Federer in età giovanile erano famosi anche per le loro risposta  di rabbia a errori o frustazioni. Entrambi hanno imparato  a gestire in maniera utile le loro emozioni e migliorato notevolmente la loro capacità di concentrazione. A detta di Federer senza questi miglioramenti da un punto di vista mentale molto probabilmente non avrebbe vinto tutto quello che ha vinto. Prendendo un esempio dal tennis femminile la storia della Evert è emblematica. La Evert non fu mai considerata una grande atleta da un punto di vista fisico , eppure è stata numero 1 per molti anni e ha raggiunto record di continuità che nessun altro ha poi raggiunto.Tutti a quel tempo affermavano che nessuno poteva batterla sotto l’aspetto mentale. La sua concentrazione fu detto che era incrollabile, indipendentemente da chiamate sbagliate del giudice o buffonate dell’avversario o altro. Parlando poi di atlete che hanno fatto della fisicità la loro arma migliore tipo la Navratilova o le sorelle Williams si è visto che fino a quando non hanno migliorato il loro gioco mentale i risultati non sono arrivati. Infine la Sharapova sicuramente si ricorderà per la sua forza mentale piuttosto che per la sua tecnica di gioco.

Un aspetto da non trascurare per quanto riguarda il lavoro mentale  è quello di non considerare l’atleta come  “disturbato” , ma come generalmente “sano” , con il quale è possibile pianificare un programma  di apprendimento di abilità mentali per far fronte con esito positivo all’impegno competitivo. Gli atleti messi di fronte a situazioni di forte stress devono sviluppare abilità sia fisiche che mentali superiori alle persone che non praticano sport, specialmente quelli che sono professionisti. Questo non significa che gli atleti sono “anormali” , ma pur sempre nella loro normalità di esseri umani sviluppano “sorprendenti” adattamenti alle richieste sempre più elevate delle situazioni competitive. Il mental training va individualizzato e praticato per molto tempo e solo con  l’osservazione prolungata e colloqui ripetuti con l’atleta  si potrà verificare la sua l’efficacia. L’obiettivo ultimo ,oltre alla realizzazione delle  potenzialità è quello di raggiungere quel senso di appagamento e pienezza nell’attività sportiva che può anche esercitare un’influenza positiva sulle altre aree della vita  dell’atleta.

Se si accetta che le abilità mentali sono importanti, la domanda successiva è: quali di queste devono essere insegnate? La ricerca della psicologia dello sport ha evidenziato  che le più importanti abilità mentali che fanno la differenza tra atleti ad alto livello e quelli con capacità minori sono: motivazione, concentrazione, emozioni, autoconvincimento ,visualizzazioni e definizioni di obiettivi.